giovedì 18 settembre 2008

Mercato contadino, cervello fino


Finalmente qualcuno ha il coraggio di gridare "Il re è nudo". 

Secondo "Il Giornale" nei mercati contadini i prezzi sono più alti che nei supermercati. 

A pensarci bene, perchè il contadino dovrebbe vendere a meno?

2 commenti:

antonio ha detto...

Perché potrebbe incentivare maggiormente gli acquisti guadagnando comunque molto di più rispetto alla vendita al grossista, vedi caso "latte crudo":
"36,16 centesimi al litro è il prezzo che i caseifici pagano per il latte, una miseria." Da Report del 13/04/08 (http://www.report.rai.it/R2_popup_articolofoglia/0,7246,243%255E1077906,00.html)

antonio ha detto...

...Evidentemente però molti preferiscono la prima soluzione:
"Gli avventori vi hanno trovato merce così così a prezzi decisamente superiori a quelli praticati nei supermercati. E questo perché il contadino (farmer, per la Coldiretti) mica è fesso: se con «filiera lunga» vendeva al grossista a 100 ciò che al consumatore costava poi 500, con «filiera corta» ha pensato fosse giusto vendere direttamente a 500. Anzi, visto che c’era, a 590. In quanto alla qualità, bè, siccome il luogo comune vuole che tutto ciò che è «naturale» sia anche bacato, ammaccato, rachitico, sbocconcellato dagli insetti e pullulante di bruchi, i cervelli fini si sono adeguati: vendendo i prodotti in buone condizioni al grossista e gli scarti ai clienti del «Farmers Market»."
Da "Il Giornale" di oggi, riguardo all'apertura del primo "farmer market" a Milano.